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Il Quinto potere, very far from Italy

 

Il Quinto potere è un bel film che riassume in circa due ore la storia, tra mito e realtà, di Julian Assange e del suo Wikileaks. Personalmente non conoscevo nei dettagli la vicenda, che qui viene riassunta in maniera ordinata e con un taglio quasi narrativo, dalla nascita del sito ad opera di Assange, al legame, prima di amicizia poi di aperta ostilità, tra il fondatore e Daniel Domscheit-Berg, vero protagonista del film (interpretato da Daniel Brühl, già Niki Lauda in Rush) e autore del libro da cui la pellicola è tratta.

Pare che Assange non abbia molto gradito questo prodotto cinematografico. La cosa non deve sorprendere: il ritratto che il film dà di Assange e del suo sito/religione è ovviamente complesso e il buon Julian, che accetta solo plausi, non avrebbe potuto capire un ritratto anche solo parzialmente critico nei suoi confronti. Dalla pellicola trapela la forza del personaggio, la sua sovrumana tenacia, l'energia con la quale ha donato se stesso alla causa Wikileaks, ma anche l'estrema fragilità, l'egocentrismo sfrenato, il delirio di onnipotenza di un uomo che gioca un po' troppo a fare Dio e a rivelare all'umanità, attraverso il web, il significato dell'albero del Bene e del Male.

Una storia certamente affascinante, un film che vale assolutamente la pena vedere.

Personalmente, sarà forse mia deformazione mentale, sono stato colpito anche da un altro aspetto: la totale assenza dell'Italia da tutta la vicenda. Il film è giocato su un piano globale, segue le vicende dei diversi personaggi in tutto il mondo. Un po' ovunque, dove si diffonde il "virus" Wikileaks, si realizzano conferenze. I protagonisti, per mettere in salvo i server, ne installano di ulteriori a Parigi, Zurigo e in altri luoghi. Ma Roma, l'Italia in tutto questo? Semplicemente non esistono.

Un motivo di tristezza e di doverosa riflessione per tutti noi. Nel film avvengono incontri, conferenze, in Norvegia, Olanda, Regno Unito, Svezia, Belgio, Svizzera...un po' ovunque nell'Europa centro-settentrionale. Da notare anche che lo scandalo più importante al centro del quale è stato Wikileaks, ovvero la pubblicazione degli oltre 250.000 cablogrammi trafugati dal Dipartimento di Stato Americano passa del tutto sopra l'Italia e il suo establishment politico e giornalistico. L'Italia è citata certo in queste carte, circa 3.000 documenti riguardano il nostro Paese...ma siamo solo una presenza di contorno, questa è l'amara realtà. Il nostro è un Paese in cui gli hacker non perdono tempo, in cui non si organizzano eventi internazionali solo perché probabilmente gli esperti del settore non hanno tempo di parteciparvi. Non è un caso che nessuna testata giornalistica italiana fu coinvolta nella pubblicazione della prima ondata di cablogrammi. A realizzare lo scoop mondiale furono The Guardian, New York Times, El Pais e Der Spiegel. Come mai nessuno sentì la necessità di coinvolgere Repubblica e Corsera?

Purtroppo la nostra Italia ormai è una piccola provincia del mondo occidentale, l'intera vicenda Wikileaks sta a dimostrarcelo. Non è un caso che anche il film non citi nemmeno una volta, ma nemmeno una, il nostro Paese o fatti che lo riguardano. L'Italia politicamente non esiste.

Ci sorprende poi che nelle intercettazioni NSA non compaia Enrico Letta tra i sorvegliati speciali? La domanda che dovremmo porci non è 'perché non lo abbiano spiato', ma piuttosto 'perché qualcuno avrebbe dovuto spiarlo'.

Avercela, una NSA interessata alle chiacchierate telefoniche del nostro Premier! Fintanto che c'era B. a Palazzo Chigi, se intercettavano qualche telefonata, magari una chiacchiera piccante ci scappava fuori. Meglio quello di niente.

 

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