Il selvaggio

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Nulla di quanto accaduto negli ultimi giorni può non essere definito folle, sconvolgente, fuori da ogni contesto, del tutto sopra le righe.

I contenuti innanzitutto: siamo arrivati ad una crisi di Governo in meno di una settimana, out of the blue, creata a tavolino, senza una causa scatenante ben precisa, voluta dal PD contro un Governo il cui Presidente e la maggioranza dei ministri erano suoi esponenti.

I modi: la scalata al Governo di Renzi avviene tutta nel Palazzo, senza alcun passaggio elettorale (neanche diagonale: ricordiamo che nel 2000 D'Alema si dimise dopo una sconfitta alle elezioni regionali), dopo che per settimane il Segretario aveva cullato gli italiani con ninnenanne del tipo "#Enricostaisereno" (da scrivere rigorosamente con l'hashtag, visto l'amore del bisteccone fiorentino per Twitter) per poi passare all'incornata diretta contro Letta.

I luoghi: la crisi nasce a seguito di un voto su un documento politico all'interno della Direzione Nazionale del Partito Democratico, roba da soviet supremo ai tempi del PCUS, senza incidenti parlamentari (che ne so, una votazione andata storta, come accadde ad esempio con l'ultimo Governo Berlusconi), senza che sia successo nulla di grave in ambito nazionale o estero. Non si ricorda negli ultimi decenni un Governo caduto senza una ragione precisa, nemmeno uno scandaluccio personale. Nulla, proprio nulla che potesse giustificare l'incredibile "sfiducia" votata dal PD verso il proprio Governo, nessuna patina politica per coprire quello che a oggi è un vero e proprio killeraggio a sangue freddo.

Insomma, si è trattato oggettivamente di una aggressione selvaggia nei confronti della persona. Renzi ha assaltato letteralmente la poltrona del Presidente del Consiglio, cacciando un premier incolpevole, che paga per colpe non tutte sue, senza un casus belli, vero, presunto o tirato per i capelli, e la cosa peraltro è ammessa abbastanza candidamente, Renzi vuole prendersi il posto di premier perché pensa di poter imprimere alla politica italiana una svolta epocale, proprio quella che Letta non avrebbe potuto dare. Renzi vuole fare il premier perché pensa, e abbastanza platealmente dice, di essere meglio di Letta.

Non c'è un cambio di maggioranza, gli alleati sono sempre gli stessi, il Governo che verrà sarà, nella forma e in gran parte anche nella sostanza, uguale a quello che c'era prima, e avrà le stesse difficoltà, gli stessi problemi. A chi giova quindi tutto questo?

A oggi è evidente che la posizione di Renzi è indifendibile: ha pugnalato, senza ragioni e con crudeltà politica, un sodale di partito. Ha smentito tutto quanto detto e fatto fino ad oggi, si assume uno stigma sociale pesantissimo per l'operazione compiuta. 

Ma fatta tutta questa premessa, iniziano i dubbi. Il Sindaco, non a caso di Firenze, si comporta proprio come Il Principe di Machiavelli: è golpe (volpe) e lione (leone), non legato alla parola data, ma pronto a qualunque cosa pur di raggiungere l'utile politico. Il punto quindi è: Renzi sarà un Cesare Borgia, un nuovo Valentino? Qui sta tutto il senso ultimo della sua operazione. Ovvio è che se il suo nascituro governo cadrà tra un anno o meno, la partita sarà totalmente persa. Renzi uscirà, con ogniminia, dalla scena politica e, dopo le elezioni, ci sarà il quinto esecutivo Berlusconi o il primo grillino.

Rimane invece aperta l'altra ipotesi: che Renzi sia davvero un personaggio cosmico-storico, per dirla alla Hegel. Un grande, le cui logiche sono talmente alte e complesse che le vittime tritate nel suo percorso diventano poca cosa all'interno del disegno complessivo. Renzi, per riscattare l'orrore suscitato dalla simil notte dei lunghi coltelli perpetuata nelle ultime ore, deve inventarsi soluzioni audaci, originali e rivoluzionarie oltre ogni limite. Dovrà forzare e ribaltare ogni tavolo. Non ha alternative: sarà o uno dei più grandi premier d'Italia, o uno dei più ignobili.

L'operazione con cui è salito a Palazzo Chigi è stata davvero diabolica, se si pensa, oltre a quanto scritto sopra, che anche l'accordo sulle riforme istituzionali è stato probabilmente pensato proprio con questa finalità. Renzi ha infatti stretto un accordo col Cav sulla riforma della sola Camera, nell'ottica sì di cancellare il Senato, ma anche di realizzare una riforma non immediatamente operativa che avrebbe reso impossibile il ricorso alle urne a stretto giro.

La Storia è piena di grandi che, per realizzare il proprio destino, sono stati pronti a compiere gesti anche turpi. Alessandro Magno, a 18 anni, solo perché Tebe si era ribellata al suo comando, la fece radere al suolo. I due triumvirati dell'antica Roma, con Cesare e con Augusto, sono entrambi finiti con la soppressione fisica da parte dei due grandi nei confronti dei loro ex amici e colleghi (Pompeo e Marco Antonio).

Quale sarà la statura di Matteo Renzi? Sarà appunto un Alessandro Magno, un Cesare, un Augusto, oppure rimarrà l'Adolf della Notte dei lunghi coltelli? Ai posteri l'ardua sentenza...