In difesa della legittima difesa

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Non sono un avvocato e le mie conoscenze del diritto esulano totalmente dalla sfera penale. Non mi addentrerò pertanto in una disamina tecnica della questione, ma da cittadino mi pongo una semplice domanda: in Italia perché così spesso lo Stato tutela chi aggredisce più di chi viene aggredito?

Non si può aspettare di ricevere una pallottola per sparare a chi ci punta contro un'arma. Chi viola un domicilio, minaccia l'incolumità fisica delle persone, commette un crimine odioso ed è giusto che le vittime si difendano come possono. 

L'eccesso colposo di legittima difesa è quasi un ossimoro che deve essere lasciato a casi del tutto residuali nei quali è evidente un intento crudele e vessatorio.

Se un negoziante subisce una rapina a mano armata, non può domandarsi se la pistola è vera o di plastica. Le forze dell'ordine che proteggono le nostre città durante le manifestazioni non possono essere messe in croce se rispondono alle provocazioni dei manifestanti. La cronaca nera è piena di storie di negozianti feriti ed offesi che poi si trovano ad affrontare odissee giudiziarie perché magari i loro aguzzini sono rimasti feriti o uccisi durante il crimine.

Da che parte deve stare lo Stato? Certamente dalla parte ci chi subisce un crimine, non di chi lo commette. Perciò riformiamo il codice penale, perché chi aggredisce, chi minaccia, chi attacca, chi insulta, non venga poi a lamentarsi dei frutti delle proprie azioni.

Chi minaccia con un'arma una persona, lo fa a suo rischio e pericolo.

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