Tristezza

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Non nego che lo stato d'animo che mi suscita in queste ore la notizia della caduta del Governo Letta è solo uno: una grande tristezza. Una profonda mestizia, non tanto per il Governo in sé, che pure non mi dispiaceva perché era formato da persone per lo più competenti e serie, ma in generale per quello che è diventato e soprattutto, per quello che non potrà diventare, il nostro Paese.

Quella di ieri è davvero una grande sconfitta per l'Italia. Con molti amici, dopo le ultime elezioni, ragionavamo sul fatto che tutto sommato questa poteva essere l'occasione d'oro per fare in Italia quelle riforme costituzionali che aspettavamo da tanto tempo. Avevo dedicato qualche settimana fa un post a questo tema, proprio per ricordare, ancora una volta, quanto questo Paese da anni aspetti alcune riforme ben specifiche, che aiuterebbero la governabilità, che servirebbero a dare serietà alle Istituzioni di questo Paese. Dato che la nostra Costituzione non è affatto, a mio modesto avviso, la più bella del mondo, non sarebbe stato affatto inutile fare un bel tagliando e introdurre finalmente nell'ordinamento alcune modifiche da tanto tempo attese, da molti esplicitate e pressoché da tutti condivise.

E invece niente, ancora una volta crolla giù tutto. Buttiamo in questo modo il lavoro dei cosiddetti "saggi", buttiamo quest'ennesima speranza di cambiamento. Tempo, soldi, tutto buttato. Peraltro il Governo doveva prendere alcuni provvedimenti utili per l'economia, occuparsi dell'Ilva, della TAV e di tanta altre cose che servono a questo Paese. Niente, game over ancora una volta. 

Di chi è la colpa? Chi è il killer di questo Governo? Tanti, purtroppo. Certo, la "spina" materialmente l'ha staccata il Cav e il PDL, dimostrando, qualora ci fosse ancora bisogno di dimostrazioni, che non esiste un centrodestra in Italia svincolato dalle vicende personali dello stesso Cav, che in sostanza il centrodestra italiano è il Cav. Il PDL non poteva permettere che il suo capo fosse buttato fuori dal Parlamento e, probabilmente, messo in carcere da qualche procura particolarmente zelante. Non voglio entrare qui nella querelle Silvio infame, Silvio delinquente, Silvio vittima, Silvio santo. Questo vuole essere un ragionamento tecnico e da un punto di vista "tecnico" è evidente che un partito non può accettare supinamente il proprio annientamento, nella fattispecie quindi il PDL non poteva accettare l'eliminazione politica di Berlusconi.

D'altro canto, il PD non ha fatto nulla per salvare realmente Letta. Fin dall'inizio le resistenze perché si arrivasse ad un esecutivo di larghe intese sono state enormi. Bersani ha percorso l'impercorribile, arrivando a farsi ricoprire di insulti, pur di evitare la scelta di un Governo col PDL che era nell'ordine delle cose, visto il rifiuto del M5S di formare una maggioranza con loro. Fin dall'inizio quindi il PD ha mal visto questo Governo e non l'ha amato. Nel momento in cui è arrivata la condanna definitiva per Berlusconi, invece di prendere tempo e trovare soluzioni di compromesso, si è lasciata la mano ai falchi del partito, perché si votasse subito la decadenza. Una scelta stupida: si poteva rinviare la matassa alla Corte Costituzionale, visti i dubbi sollevati da molti autorevoli giuristi sulla retroattività della cd "Legge Severino". Sarebbe stato meglio anche in vista di un futuro voto sulla decadenza: col parere della Corte, lo stesso voto poteva essere più forte e non dare alibi allo stesso Cav. E invece no: la linea doveva essere quella di cacciare subito Silvio dal Senato, costasse quello che costasse. Persone come Violante, che avevano provato ad assumere una posizione moderata in tal senso, sono state linciate per questo.

Questo è il Paese dei Guelfi e dei Ghibellini, di gente che ama troppo il "tanto peggio, tanto meglio" per concentrarsi sul bene comune. E ancora una volta l'Italia ne esce a pezzi, la società è lontana anni luce dalle sciocche scaramucce dei politici.

E adesso cosa ci aspetta? Con ogni probabilità delle elezioni (non credo a un Governo bis con qualche fuoriuscito, mancano troppi senatori all'appello), ancora una volta col Porcellum e quindi, ancora una volta, il risultato sarà una non maggioranza al Senato. E poi che faremo? Niente temo, proprio niente. Un gioco dell'oca, si ritornerà al punto di partenza. Povera Italia.

Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta / non donna di province, ma bordello